Il Partito Disorientato del Molise



La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la scelta di Paolo Di Laura Frattura alle primarie per le prossime regionali. Una vera e propria “frattura” per il centro-sinistra.

di Paolo De Chiara (dechiarapaolo@gmail.com)
Non trova pace la creatura politica del giovane segretario regionale Danilo Leva. Sono partiti gli attacchi. I dirigenti cominciano a criticare le scelte illogiche e fallimentari. Anche gli iscritti e i simpatizzanti cominciano a prendere le distanze. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la scelta di Paolo Di Laura Frattura alle primarie per le prossime regionali. Una vera e propria “frattura” per il centro-sinistra. Una risposta un po’ tardiva. Ma non inutile. Si poteva chiedere un confronto serio, ad esempio, dopo l’inciucio di Venafro? Dopo le sconfitte politiche di Roberto Ruta? Dopo il ritorno di quest’ultimo alla vita politica attiva (“Ho realizzato il sogno della mia vita, quello di fare politica ai massimi livelli. Oggi prendo atto della sconfitta e mi faccio da parte”)? Dopo la disfatta di Termoli e Montenero? Dopo la sconfitta alle provinciali di Isernia? Dopo le Provinciali di Campobasso? Non si è mai aperta una discussione dopo queste prevedibili sconfitte. Personali e di partito. Nessuno ha mai fatto un’analisi. Si è andati avanti senza curarsi degli errori fatti in passato. Per non parlare, poi, dei soggetti politici acquistati, persi e nuovamente riconquistati nel corso degli ultimi anni. Un esempio per tutti: Massimiliano Scarabeo da Venafro. L’autore dell’Inciucio venafrano. Dove sinistra e destra si erano allineate senza vergogna. Per sostenere uno dei tanti delfini di Michele Iorio. Il sindaco Nicandro Cotugno sonoramente contestato dalla cittadinanza. Le scelte sbagliate sono state tante. Forse quasi tutte. Da Roma la dirigenza del Partito Disastrato non è mai intervenuta per capire le ragioni di questa infinita Waterloo. Una questione di incapacità politica o lucida strategia per la sconfitta? Errori evidenti sono stati commessi un po’ da tutti. Tralasciando per un attimo lo scellerato patto di ferro tra Danilo Leva (proveniente dalla Sinistra Giovanile) e Roberto Ruta (il democristiano proveniente dalla Margherita), è importante ricordare anche altri episodi. Subito dopo le primarie per la scelta del segretario regionale (vinte da Leva) sembrava aprirsi il fronte interno. “Meglio perdere da poeta, che vincere da mercante” strillò il consigliere regionale Michele Petraroia. Dopo pochi giorni di nuovo l’assordante silenzio. Anzi proprio l’ex segretario della Cgil Molise accettò di entrare nella nuova segreteria. Ora Petraroia aspetta la risposta da Roma per le primarie. Sino ad oggi, dalla Capitale, mai nessuno si è interessato al fallimento del partito in Molise. Probabilmente non interverranno nemmeno per le primarie. Troppi sono gli esempi negativi sull’intero territorio nazionale. Come si può fare la battaglia interna in queste condizioni? Perché dall’interno, come amano dire gli iscritti, mai nessuno ha chiesto seriamente le dimissioni della dirigenza “disorientata”? Rinunciando agli incarichi, ai ruoli, mettendo i bastoni tra le ruote. Creando un fronte compatto. Perché mai nessuno si è contrapposto a questa politica? Sembra di rivedere un vecchio film. Il copione sembra essere lo stesso. Succede la stessa cosa tra una coalizione e l’altra. Arrivano i rinvii a giudizio per i politici di questa Regione? Pochi chiedono le dimissioni. Tutto va bene. Si va avanti. Non basta chiedere le dimissioni? Allora si utilizzino altri sistemi. Se il presidente del consiglio regionale (Michele Picciano), ad esempio, viene rinviato a giudizio per voto di scambio come dovranno comportarsi i consiglieri di opposizione eletti in consiglio regionale? Far finta di nulla o ribadire quotidianamente che per un politico (in Molise ne sono molti), che ricopre cariche pubbliche, non è opportuno ricevere questo tipo di contestazione giudiziaria? Dove è finita la questione morale? In questa Regione si continua a far finta di nulla su troppe questioni. Il Molise è la Regione degli sprechi. Delle ruberie, dell’articolo 15, dell’alluvione, del terremoto, della Sanità malata. Dei tanti soldi buttati nel cesso. Regalati agli amici e agli amici degli amici. Con una legge regionale sono stati stanziati 300mila euro per alcuni editori. Per comprare il silenzio. Per acquistare il consenso. Quello che fa vincere le elezioni. Chi si è occupato concretamente dei costi della politica? Chi si è schierato apertamente contro l’informazione di regime? Pochissimi eletti hanno dato il buon esempio. Chi si è ridotto lo stipendio? Chi ha rifiutato un’intervista o un’apparizione in un organo di informazione regionale controllato dal potere politico? L’importante è apparire. Per loro. I cittadini e gli elettori, a loro volta disorientati, ne hanno le palle piene. Non sanno più che pesci prendere. Guardano da una parte e vedono il vuoto, il nulla. Si girano dall’altra parte e assistono impotenti allo sfascio. Poi ci si chiede perché vince il sistema Iorio. La gente (compresa quella che si accontenta della clientela, del favore o della pacca sulla spalla del signorotto di turno) alla fotocopia preferisce l’originale. E, attualmente, il Partito Disastrato del Molise è una fotocopia sbiadita del PdL. Gli manca una semplice L. Questa Regione ha bisogno di avere una classe dirigente che conosca la parola dimissioni. Il Molise merita una nuova generazione di politici. Con il “metodo Fanelli” (che ha portato all’ultima sconfitta in un Ente governato negli ultimi 20anni dal centro-sinistra) si è invertito il rapporto. I dirigenti perdenti, invece di scappare via per la vergogna, fanno dimettere i loro stessi iscritti. Così spiega le dimissioni il segretario del circolo PD di Palata, Giovanni Salvatore: “per prendere le distanze dalla scelta di candidare alla Presidenza della Regione Molise un esponente proveniente dal PDL”. Questo è solo uno degli esempi di questi ultimi giorni. La situazione si sta complicando per questi pseudo-dirigenti, ma non per chi crede nella politica. Quella con la P maiuscola. Quella che fa sognare e sperare in un futuro migliore. Bisognerà, però, togliere il tappo. Altrimenti le parole pronunciate dal regista Nanni Moretti (“con questi dirigenti non vinceremo mai”) continueranno ad accompagnare per molto tempo questi dilettanti della politica. Dilettanti pericolosi per il futuro dei cittadini. E di un intero territorio. Capaci di far governare questa Regione da un PdL ben assortito (composto dai vari Iorio, Patriciello, Di Giacomo, Vitagliano, Picciano, Melogli, Silvestri, Di Bartolomeo, Mazzuto e via dicendo). Solo la lettura di questi nomi dovrebbe portare a uno scatto di dignità da parte di tutti. Per aprire gli occhi. Non per continuare a turarsi il naso.

Commenti

Post popolari in questo blog

DR MOTOR – Presidio alla stazione di Isernia

VIDEO – Il Coraggio di dire No a QUARTO (Napoli), 16 maggio 2013

IL CORAGGIO DI DIRE NO… a QUARTO (Na) – Scuola ‘GADDA’