CARTA CANTA, agosto 2011 – Gli amici molisani di “Vasa Vasa” (Totò Cuffaro)



“Cuffaro è ritenuto responsabile di aver favorito Cosa Nostra, in particolare il manager della sanità siciliana Michele Aiello, considerato il prestanome del boss Bernardo Provenzano”.

 di Paolo De Chiara (dechiarapaolo@gmail.com)
“Parliamo della vicenda di Totò Cuffaro. Lo conosco personalmente e posso assicurare che è una persona di grande spessore. Al di là del caos dei media, Cuffaro è stato condannato per un reato, a causa di una piccolezza: avendogli un poliziotto confidato che un suo amico personale era sotto intercettazione, pur non sapendo se fosse mafioso o meno, Cuffaro gli ha semplicemente detto: guarda che tu sei sotto intercettazione. Certo è un reato, è oggettivo, ma nella sua sostanza è banale”.
(Raffaele Mauro, consigliere regionale Molise, La Voce del Molise, 5 agosto 2011)
“Non ho difficoltà a dirlo: mi vanto di essere suo amico. Anzi andrò presto a visitarlo. Sono molto amico di Cuffaro e lo stimo tantissimo. Io non credo nella sua colpevolezza. Ma credo nella magistratura, e in maniera molto triste devo accettare il verdetto. Lo ha fatto anche lui, ci ha dato un grande esempio quando all’indomani della sentenza, senza clamori ma con grandissima umiltà, rivelando anche i suoi sentimenti di cattolico, si è presentato alle porte del carcere”.
(Luigi Velardi, Assessore Regione Molise, La Voce del Molise, 12 agosto 2011)
“Confermata, a carico dell’ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro,  la condanna a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e violazione del segreto istruttorio nell’ambito del processo «talpe alla Dda». Lo ha deciso la seconda sezione penale. Cuffaro è già entrato nel carcere di Rebibbia. […] Cuffaro è ritenuto responsabile di aver favorito Cosa Nostra, in particolare il manager della sanità siciliana Michele Aiello, considerato il prestanome del boss Bernardo Provenzano. L’episodio che ha incastrato Totò Cuffaro è quello che si riferisce al boss di Brancaccio Giuseppe Guttadauro. Le informazioni di Cuffaro avrebbero permesso al capo mafia Guttadauro di scoprire una microspia nella sua abitazione e ciò ha favorito, secondo i giudici, l’intera organizzazione mafiosa. Oltre al favoreggiamento di Cosa Nostra la condanna di Salvatore Cuffaro si riferisce anche al reato di rivelazione di segreto istruttorio.”.
(Il Sole 24 Ore, 22 gennaio 2011)
“E’ “accertata” la “sussistenza di ripetuti contatti” fra l’ex governatore della Sicilia, Salvatore Cuffaro, e “vari esponenti” di Cosa Nostra, il che “spiega” quale sia stato “l’atteggiamento psichico” dello stesso Cuffaro nel rivelare al boss di Brancaccio, Guttadauro, “con il quale aveva stipulato un accordo politico mafioso”, la notizia che c’erano indagini sul capomandamento. Lo sottolinea la Cassazione, che ha appena depositato le motivazioni della sentenza con la quale lo scorso 22 gennaio ha confermato la condanna a sette anni di reclusione, a carico di Cuffaro, per rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale, con l’aggravante di aver favorito l’intera organizzazione mafiosa di Cosa Nostra”.
                           (La Repubblica Palermo, 19 aprile 2011)
“Totò Cuffaro va in carcere. La Cassazione ha infatti reso definitiva la condanna a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio emessa nell’ambito del processo ‘talpe alla dda’ nei confronti di Cuffaro, ex governatore della Sicilia ed oggi senatore del Pid (Popolari Italia Domani). In particolare, la seconda sezione penale presieduta da Antonio Esposito ha rigettato il ricorso di Cuffaro confermando così il verdetto emesso lo scorso 23 gennaio dalla Corte d’Appello di Palermo”.
    (Il Fatto Quotidiano, 22 gennaio 2011)
Carta Canta, agosto 2011 (nella foto Salvatore Cuffaro, foto ANSA)

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