CARTA CANTA, luglio 2011 - Il PARTENONE di Melogli




Il Partenone di Melogli

di Paolo De Chiara (dechiarapaolo@gmail.com)
“Il servizio televisivo sull’auditorium di Isernia mandato in onda ieri (20 luglio 2011, ndr) dal Tgr Molise, non è certo stato un esempio di corretto giornalismo. Spiace rilevare come fra tutti gli organi d’informazione regionale che hanno dato risalto alla notizia dello stato avanzato dei lavori, solo Rai3 abbia inteso caratterizzare con un accento decisamente negativo la realizzazione di un’opera che senza dubbio sarà determinante per lo sviluppo, non solo culturale, della nostra regione”. (Gabriele Melogli, sindaco di Isernia, ufficio stampa, 21 luglio 2011)

“Tra le opere pubbliche finanziate per le celebrazioni dell'Unità d'Italia, c'è un monumento allo spreco: è l'Auditorium di Isernia. La struttura doveva costare - secondo un appalto bandito nel 2005 dall'amministrazione locale - cinque milioni di euro. Invece, i costi sono lievitati incredibilmente fino ad arrivare a 55 milioni di euro. Per lo stesso, identico, progetto. Una montagna di soldi per realizzare un complesso faraonico: 35 mila metri quadrati coperti (l'ex stadio comunale) con quasi tremila posti a sedere tra cinema, anfiteatro e sala principale. Tutto per una cittadina di appena ventimila abitanti”. (Giuseppe Caporale, Repubblica.it, 20 aprile 2011)

“Ad Atene nessuno voleva il Partenone, tranne Pericle. Che arrivò a proporre di pagarlo di tasca sua purchè fosse terminato. Adesso la capitale greca cosa sarebbe senza il Partenone? Da quanto nel sud Italia non si costruiva un’opera del genere? [...] Se i Comuni spendono milioni di euro per un campo sportivo nessuno si scandalizza. Se lo fanno per la cultura allora si scatenano le polemiche. Con una struttura del genere possiamo portare a livello nazionale quello che produciamo in Molise […] Se il Comune non guadagnerà dall’auditorium 500mila euro all’anno, vuol dire che sarà amministrato da persone non all’altezza”. (Gabriele Melogli, sindaco di Isernia, Primo Piano Molise, 21 luglio 2011)

E quest'opera non sarà nemmeno completata, rimarrà incompiuta. Lo Stato ha già speso 31 milioni di euro e non ha più risorse per questa voce di bilancio. Specie da quando è scoppiato lo scandalo degli appalti che ha travolto il dipartimento delle Opere Pubbliche del Ministero e la Protezione Civile: tra G8, mondiali di nuoto e (appunto) i lavori per l'unità d'Italia. Già, perché l'Auditorium di Isernia il balzo clamoroso nei conti dello Stato  -  da una spesa di 5 milioni a 55 milioni di euro  -  lo ha fatto in un momento preciso: quando l'opera è stata inserita (nel 2007) nell'elenco dei lavori "urgenti" per le celebrazioni dell'Unità d'Italia, ovvero nei cantieri dei "grandi eventi", curati direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso ordinanze di Protezione Civile”. (Giuseppe Caporale, Repubblica.it, 20 aprile 2011)

“Difficilmente la politica riesce a progettare un’opera, a realizzarla in tempi accettabili e renderla realmente fruibile per la comunità. L’Auditorium di Isernia rappresenta un monumento alla buona politica e alla capacità di rendere concreto un ambizioso progetto di carattere culturale e di promozione di un territorio più vasto”. (Michele Iorio, presidente Regione Molise, Altromolise.it, 21 luglio 2011)

“E' stata gestita, quindi - come le altre - senza rispettare il codice degli appalti pubblici, seguendo invece la regola della "emergenza". A prendersi "cura" del cantiere molisano è Fabio De Santis, nominato, all'epoca, responsabile unico del procedimento su incarico del Governo. Lo stesso Fabio De Santis poi travolto  -  appunto - dallo scandalo del G8, che ha visto coinvolti anche altri "attori" presenti sempre nella vicenda dell'Auditorium faraonico. Scorrendo gli altri nomi responsabili di questa mastodontica opera pubblica c'è anche Mauro Della Giovampaola, coordinatore dei lavori dell'Auditorium (anche lui arrestato per gli appalti della protezione civile). Accanto al suo, c'è anche il nome di Riccardo Micciché, anche lui finito nello stesso scandalo. Scrivono di quest'ultimo i Ros di Firenze per la vicenda G8: "il fratello di Riccardo Micciché, Fabrizio, è responsabile tecnico della ditta "Giusylenia srl", impresa sotto il controllo di esponenti della Cosa nostra agrigentina, accusata di aver favorito la latitanza di Giovanni Brusca e dunque sotto il tallone di Bernardo Provenzano". (Giuseppe Caporale, Repubblica.it, 20 aprile 2011)

“De Santis non è mai venuto a Isernia. L’ho visto una sola volta in tutta la mia vita. Ma chi sono questi personaggi? Queste domande nemmeno la Procura della Repubblica. Non sapete di che cazzo parlate. Questa è la verità, non sapete di che cosa state parlando. Non lo sapete. Queste persone operavano a Roma, facevano parte dell’unità di missione che ha curato il progetto di Isernia, insieme agli altri. Chi doveva firmare queste cose?”. (Gabriele Melogli, sindaco di Isernia, malitalia.it, 3 giugno 2011)


Carta Canta, luglio 2011
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